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Attacchi di panico

L’attacco di panico è un’eccessiva reazione fisica e psichica dovuta a quello che noi percepiamo come un pericolo (ansia), anche se in realtà non è tale. Si distingue per tre caratteristiche principali:
consiste in una intensa apprensione, paura e ansia;
arriva di solito quasi improvvisamente;
ha, generalmente, una breve durata.
Quando gli attacchi di panico sono ricorrenti, si parla di “Disturbo di panico”.
Spesso un attacco di panico non è preannunciato da nessun sintomo in particolare, arriva improvvisamente e inaspettatamente, “a ciel sereno”. È questo il motivo per cui spaventa tanto. In realtà ha sempre un fattore scatenante, anche quando non siamo in grado di riconoscerlo come tale.
I sintomi fisici più comuni sono:
sensazione di soffocare;
sensazione di groppo alla gola;
sensazione di non riuscire a respirare, e quindi respirazione affannata;
battito del cuore accelerato;
dolori al petto;
mal di testa;
la sensazione di dovere andare al bagno;
gambe molli;
sudorazione eccessiva;
vampate;
senso di debolezza;
vertigini;
sensazione di confusione mentale;
rossore.
Anche i nostri pensieri si modificano durante un attacco di panico. Le persone che hanno unattacco di panico temono che accadrà loro qualcosa di grave. Pensano, ad esempio, che moriranno, che impazziranno, che faranno una figura terribile… Pensieri come: “Avrò un infarto” o “Ora svengo” sembrano così reali nel momento dell’attacco di panico da far sì che alcuni arrivino a chiamare l’autoambulanza o vadano in ospedale. Questo modo di pensare contribuisce a peggiorare i sintomi e di conseguenza i pensieri ansiosi creando un circolo vizioso. Dopo aver provato una volta la spiacevole esperienza di un attacco di panico, la persona colpita teme ovviamente che possa accadere di nuovo. Si innesca, dunque, anche in questo caso, un circolo vizioso che può trasformare il singolo attacco di panico in un vero e proprio disturbo di panico.
Quanto è diffuso il disturbo di panico e quali le sue cause?
Gli attacchi di panico sono molto diffusi, soprattutto tra i giovani. Si stima che circa il 30% della popolazione urbana soffrirà, almeno una volta nella propria vita, di un attacco di panico.
Gli attacchi di panico fanno parte dei disturbi d’ansia. La maggior parte degli studiosi ritiene che siano la conseguenza dell’interazione di pensieri, emozioni e processi fisici. In genere, un periodo o un evento particolarmente stressanti possono scatenare il disturbo in persone con una predisposizione genetica e psicologica ai disturbi d’ansia. Può succedere perciò che il normale livello d’ansia, per esempio a causa dello stress, cresca ed esploda in episodi di panico, più o meno intensi. I motivi per cui le persone soffrono di attacchi di panico sono numerosi. Tra le cause più diffuse ci sono:
la predisposizione genetica;
lo stress;
le preoccupazioni circa la propria salute;
sentimenti spiacevoli causati, ad esempio, da problemi o difficoltà personali o professionali.
Quando questi non vengono affrontati o non possono essere affrontati rimangono latenti, nel tempo, provocando un aumento dell’ansia che si potrà trasformare in panico.
Quali sono le conseguenze degli attacchi di panico?
La principale conseguenza degli attacchi di panico è la tendenza ad evitare tutte le situazioni o le persone ritenute pericolose. Le persone che soffrono di attacchi di panicocercano di fuggire il prima possibile dalla situazione o dalle persone che provocano loro malessere, evitano situazioni simili nel futuro, mettono in atto meccanismi che li rassicurino (portano con sé medicinali, se temono un attacco di cuore possono fermarsi completamente, se hanno paura di soffocare apriranno una finestra ecc.). È evidente che una simile modalità di comportamento sarà molto limitante per loro la vita. Senza considerare che potrà creare serie difficoltà nei rapporti interpersonali (familiari, di coppia, di amicizia, ecc.) perché la persona avrà la tendenza a evitare tutte quelle situazioni percepite come ansiose (uscire per incontrare persone, prendere l’aereo, frequentare luoghi affollati, andare al ristorante ecc.). In alcuni casi potrà arrivare, man mano, anche a non uscire più di casa. La paura dell’imminenza di un nuovo attacco, inoltre, produce uno stato di tensione generale e di irritabilità diffusa. È stato anche stabilito che gli attacchi di panicosono correlati ad altri disturbi quali la depressione e l’agorafobia (paura di camminare per strada, degli spazi aperti come le autostrade…).
Il trattamento del disturbo di panico
La terapia cognitivo-comportamentale è molto efficace nella cura degli attacchi di panico. Studi condotti in diversi paesi dimostrano che più dell’80% delle persone si libera degli attacchi di panico dopo un breve periodo di terapia. Il panico influenza il nostro corpo, i nostri pensieri e le nostre azioni. Per questo la terapia cognitivo-comportamentale interviene in ognuna di queste tre aree.
Corpo
Uno dei primi obiettivi della terapia cognitivo comportamentale è aiutare il paziente a capire che gli sgradevoli sintomi fisici che prova durante l’attacco di panico sono solo una conseguenza dell’ansia. Non sono, dunque, pericolosi: nulla di quello che si teme accadrà veramente. Questa consapevolezza aiuta a interrompere il circolo vizioso dell’ansia ed evita un peggioramento delle sensazioni fisiche spiacevoli. Inoltre, attraverso l’insegnamento di tecniche mirate (rilassamento, controllo della respirazione, ecc.) il paziente è aiutato a fronteggiare le spiacevoli sensazioni fisiche dovute agli attacchi di panico. Inoltre una particolare attenzione viene data all’insegnamento di una sana alimentazione. È infatti ormai dimostrato quanto un’alimentazione adeguata sia di prezioso aiuto a chi soffre di attacchi di panico. Oltre a insegnare al paziente come diminuire il caffè e le bevande del tipo cole, che contengono caffeina, verrà insegnato a ridurre gli zuccheri e ad avere un’alimentazione sana e consapevole, come la moderna letteratura insegna.
Pensieri
Al paziente viene insegnato ad individuare i pensieri disfunzionali legati alle situazioni che causano l’attacco di panico. Poi a valutarli con oggettività: sono pensieri realistici o realmente preoccupanti? Infine, ad affrontare queste situazioni con tecniche e pensieri più funzionali. Inoltre verranno insegnate tecniche di gestione dello stress.
Azioni
Piano piano si porta il paziente a ridurre le situazioni evitate. Si comincerà da quelle più facili, per passare via via a quelle più “paurose”. Il paziente potrà così rendersi conto, direttamente, che esse non costituiscono un pericolo oggettivo per la sua incolumità. Questo è uno dei modi più efficaci per riuscire ad affrontare le proprie paure e conquistare così una vita più serena.