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Cure per la depressione - ansia - nevrosi - insonnia

Nella cura delle patologie che riguardano la sfera psichica – come ansia, depressione e insonnia – la fitoterapia trova un ottimo ambito e una valida alternativa al farmaco di sintesi. Con debite eccezioni: a fronte di affezioni psicotiche profonde e disturbi gravi della personalità – come quelli che portano il paziente, ad esempio, a perdere il contatto con la realtà – è indispensabile un approccio terapeutico specialistico e tradizionale e il vegetale può essere utilizzato – quantomeno in una prima fase – come supporto alla terapia farmacologica classica. Senza mai dimenticare che le piante, oltre a rappresentare un valido aiuto per l’approccio terapeutico ad uno svariato numero di patologie, possono allo stesso tempo essere nocive.
ANSIA
La cura dell’ansia attraverso metodi fitoterapici non trova un’applicazione specifica per ogni manifestazione ad essa legata, ma l’azione calmante di diverse piante è evidentemente utile in presenza di qualsiasi fenomeno ansioso.
Pasticche di valeriana, passiflora o biancospino aiutano il soggetto ansioso. La prima ha proprietà ansiolitiche mentre le altre due piante hanno un’azione mirata contro l’angoscia.
La valeriana è da sempre rimedio curativo contro l’ansia: per la tintura madre di valeriana si utilizzano le radici della pianta. Essa è consigliata a tutti coloro che provano inquietudine ed ansia di fronte a norme e schemi molto rigidi; si rivela inoltre utile contro la paura degli esami e l’ansia generata dall’avvicinarsi di una prova importante. Inizialmente le dosi consigliate sono di 5-10 gocce per tre o quattro volte al giorno (per i casi più gravi si può arrivare anche a 15 gocce per somministrazione) ma non si devono in ogni caso superare le tre settimane di cura consecutive: sarebbe bene intervallare periodi di cura con pause di identica durata.
L’arcangelica veniva utilizzata nei tempi antichi per curare la peste ma la pianta, con la sua azione disintossicante e purificante, risulta anche particolarmente adatta all’individuo che risente di stati ansiosi. È indicata per tutti coloro la cui apprensione deriva dalla paura di sbagliare e di credere di non essere all’altezza delle situazioni. La pianta aiuta infatti la valorizzazione dell’io. L’infuso si prepara con le parti essiccate: il soggetto potrà berne fino a quattro tazzine al giorno. Se la problematica è molto grave sarà più indicata la diluizione omeopatica.
Consigliati contro l’ansia i preparati a base di tiglio e il fiore di loto. Il primo risulta molto efficace se unito alle foglie d’arancio ma anche la tintura madre di tiglio o le polveri del fiore si rivelano molto utili nel contrastare l’ansia. Da 20 a 50 gocce di tintura madre tre volte al dì oppure dosi variabili tra 0,75 e 1,5 grammi di polvere tre volte al giorno fungono da potente ansiolitico e aiutano a combattere le manifestazioni dell’ansia. Il fiore di loto viene utilizzato come infuso (uno o due cucchiai in infusione per tazza uniti al succo di mezzo limone) oppure in forma di tintura madre (20 gocce, 3 volte al dì) o di polvere (0,3 grammi una volta al giorno)
INSONNIA
Strettamente collegata all’ansia, anche l’insonnia può trovare un valido aiuto nelle piante. Le caratteristiche delle piante utilizzate contro l’insonnia variano sia a seconda dei principi attivi che contengono che per le diverse associazioni.
Il biancospino è una pianta indicata per tutte le persone che soffrono di insonnia generata da ansia e palpitazioni, stati d’agitazione e stress che portano il corpo a produrre un eccesso di adrenalina che impedisce il corpo di rilassarsi e spingersi al sonno. In questi casi è consigliata l’assunzione di 50 gocce di tintura madre di biancospino tre volte al giorno prima dei pasti e – se l’insonnia è particolarmente grave – altre 50 gocce prima di coricarsi.
Anche la passiflora – già citata come pianta utile per combattere l’ansia – è indicata contro l’insonnia generata da apprensione. È in grado di conferire un sonno fisiologico a chi la assume e un risveglio rapido e senza conseguenze. Anche per questa patologia la forma più utilizzata sono le capsule contenenti la pianta tritata ed essiccata: 1 compressa un’ora prima di andare a dormire. Stesso discorso vale per la valeriana: 1-2 capsule assunte un’ora prima del sonno aiutano a combattere il nervosismo, l’agitazione motoria delle gambe e dello stomaco tipiche del soggetto nervoso.
L’effetto soporifero della passiflora è simile a quello del luppolo: due o tre tazzine dell’infuso durante il giorno (di cui l’ultima da bere mezz’ora prima di coricarsi) aiutano a conciliare il sonno e a sedare l’agitazione. Nei casi estremi – quelli di un risveglio improvviso, ad esempio dopo un incubo, seguito da sensazioni di panico – è consigliato invece assumere 15-20 gocce di tintura madre per riaddormentarsi con più facilità.
Per combattere l’insonnia causata da irritabilità caratterizzata invece da “nevrosi gastrica”, ovvero la somatizzazione dell’ansia su stomaco e intestino, è particolarmente indicata la melissa. Della pianta è molto efficace il preparato tintura madre da assumere tre volte al giorno prima dei pasti in dosi dalle 30 alle 50 gocce per volta.
Quando l’insonnia è causata dalla depressione, molto utile si rivela la griffoniapoiché è in grado di provocare un sonno fisiologico con un risveglio rapido e privo di conseguenze. La forma di somministrazione più comune è quella tramite capsule contenenti l’estratto secco da assumere un’ora prima di coricarsi.
DEPRESSIONE
Quando si parla di depressione è necessario distinguere tra depressione reattiva e depressione endogena o costituzionale: mentre la prima è determinata da fattori esterni concreti, la seconda si manifesta indipendentemente dalle circostanze esterne. Esistono casi in cui si rivela assolutamente necessario un ricovero ospedaliero o l’assunzione di sostanze farmacologiche; altri invece in cui la terapia fitoterapica si rivela utile a contrastare gli episodi depressivi. In entrambi i casi, l’allontanamento dalle sensazioni emotive causate dalla patologia aiuta il paziente a riprendere in mano le redini della sua vita.
Il coriandolo ha proprietà eccitanti e per questo è indicato nella cura delle depressioni classiche. Esso agisce sull’inibizione morale e sulla tendenza al rigetto verso l’esistenza, tipico del depresso. Nella cura della depressione è consigliato assumere una compressa da 1 centigrammo tre volte al dì. Quando alla depressione si accompagna l’insonnia, le indicazioni terapeutiche prevedono l’assunzione di una compressa al mattino e una a mezzogiorno per contrastare l’insonnia che si manifesta nella prima parte della sera mentre se questa tende a comparire della seconda fase della notte il consiglio è quello di assumere una compressa di coriandolo la mattina e una dose da 2 centigrammi (2 compresse) la sera.
I casi in cui la depressione porta stanchezza fisica e dimagrimento possono essere affrontati con l’uso della polvere del nocciolo del dattero: un grammo della sostanza prima di ogni pasto restituisce infatti slancio vitale al paziente. Si precisa, però, che il prodotto agisce solo a livello fisico e non psicologico. Funzioni simili sono svolte dalla clorofilla. Il pigmento – sotto forma di compresse – deve essere assunto in una quantità di 0,5 grammi 3 volte al giorno per sprigionare le sue qualità: contrasta vertigini e senso di confusione e ha un effetto specifico sul deficit del sistema nervoso vegetativo.
Quando si parla di depressione però la pianta con maggiori indicazioni e percentuali di successo è l’iperico o erba di San Giovanni. Prove scientifiche dimostrano che nelle forme depressive di lieve e media intensità i preparati a base di iperico hanno un’efficacia sovrapponibile a quella degli antidepressivi classici senza il rischio di effetti collaterali. La cura prevede che il paziente assuma dalle tre alle sei compresse contenenti 250-300 milligrammi di Hypericum: l’effetto non è immediato e per i primi risultati è necessario attendere qualche settimana.